Il primo terremoto avvenne il 22 marzo 1661, e colpì un’area di circa 570kmq, compresa fra le vallate dei fiumi Montone, Bidente, Rabbi e parte della valle del Senio. Nella zona maggiormente danneggiata, su un patrimonio edilizio di circa 4.560 case, appartenenti a15 centri abitati, 1.234 (27%) crollaro-no totalmente o divennero completa-mente inabitabili. Gli effetti furono di-struttivi a Rocca San Casciano, Galeata e Civitella di Romagna. Danni ingenti,con crolli totali o parziali di abitazioni, furono rilevati in una trentina di altri paesi fra cui Meldola, Predappio, Marradie Santa Sofia. In altre 30 località circa,fra cui Cesena, Faenza e Forlì, ci furo-no danni consistenti a edifici pubblici eprivati. Per oltre un mese furono sentitemolte repliche meno intense. Il terremoto ebbe effetti negativi su tutta l’economialocale, divisa fra attività agro-pastoralee commerci. In questa area passavanole vie che collegavano Firenze alla costa adriatica, per cui i traffici subironoun notevole calo.
Gli ingegneri del granduca di Toscana e i terremoti del Seicento:
una nota sull’eredità dell’osservare e del descrivere di Emanuela Guidoboni, centro EEDIS, tratto da Storia dell’Ingegneria, a cura di Salvatore D’Agostino, Napoli, 2012.
Uno dei tanti documenti che descrivono il terremoto del 22 marzo 1661.
Archivio di Stato di Firenze, Miscellanea Medicea, reg.444, cc.112-115, Diario di etichetta (1659-
1662), Relazione di Giovanni Battista Pieratti al granduca Ferdinando II sulla visita fatta nei paesi della Romagna danneggiati dal terremoto del 22 marzo 1661.
Firenze 28 marzo 1661.
A dì 28 Marzo 1661
Ci partimmo di Firenze p[er] arrivare in Romagna p[er] veder lerovine, cagionate dalterremoto, e p[ri]ma. Non sentimmo niente di rovina insino à S.Godenzo, dove era rovinato un cammino, e fatto alcune fessure nella chiesa metropolitana di non troppa considerazione, e con grande spaventode’ popoli. E di lì arrivammo a Castel dell’Alpe dove era rovinato la chiesa più di mezza, e 3 case del med[esi]mo luogo similm[en]te rovinate, et il restante delle case non si potevano abitare, et i popoli dormivano alla campagna. Arrivammo poi à Crevalcore [ma Premilcuore] e vedemmo nelcastello la rocca che minacciavarovina, e si era aperta in grado,che non credo si possa fare di meno di scapezzarla a una parte, acciò non faccia rovinare alcune case contigue, e fui pregato ad’arrivare alla chiesa della parrocchia p[er] vedere q[ue]llo haverei fatto, p[er]ché non rovinasse; gli dissi che facessero due catene, elui dette ordine di comprare i ferramenti che vi bisognavano, etalcune case di d[ett]oluogo havevano patito. A S.Soffia trovammo la pieve rovinata, dove io ne ho levata lapianta come è grande, et insieme la spesa che ci vuole arassettarla. E t[ut]te lecase di d[ett]o castello la maggior parterovinate e crepate dentro à segnotale che pochissimo si possono habitare, e la rocca di d[ett]o castello si è aperta e crepata in gradoche se rovinasse cadrebbe addosso ad’alcune case contigue efarebbe moltiss[i]mo danno, e ci è morto otto persone, e molti feritida d[ett]e rovine, e t[ut]ti ipopoli abitano alla campagna. E di qui arrivai ad’un luogo d[ett]o Pianetto, dove trovai, che lachiesa parrocchiale era scoperta in più luoghi, e non si potevaufizziare, e stava serrata p[er]ché non seguisse maggior danno aipopoli, e così ne levai la pianta, e considerai la spesa. E contiguo alla med[esi]ma chiesa ci è un convento de PP.Francescani dove la lor chiesapatisce e minaccia rovina, eparticolarmente il coro è di considerazione e vuol rovinare, ep[er]ciò ne levai la pianta, e la spesa che ci voleva a rassettarlo. Etil convento di d[ett]i PP. ha moltestanze aperte, e 5stanze rovinatedel med[esi]mo convento, e t[ut]te le case, che si ritrovano inq[ues]to luogo sono rovinate dentro in modo, che non vi si puole stare. E poco lontano a Pianetto, ci è un luogo d[ett]o il Mercatale, dove sono parecchie case, che sono rovinate in maniera, che non visi habita, e ci è morto in q[ues]tiluoghi da 26 persone, e moltiferiti, e t[ut]ti i popoli di q[ues]ti luoghi dormono alla campagna.Sono arrivato alla terra di Galeata dove trovai la chiesa dellaparrocchia catedrale rovinata à un segno che da una parete della chiesa in poi è spiantato affatto, e ne disegnai la pianta econsiderai la spesa che è di considerazione; e t[ut]te le case did[ett]o luogo sono in terra la maggiorparte e le altre case stanno ingrado, che ci vuole della spesa àpoterle habitare. E p[er] non viesser maestranze da poterle puntellare, gli dettianimo che lipuntellassero, e cosìin due volte che ci sonostato hanno rimediatoà molti pericoli che sarebbono accaduti, e n’è morti in d[ett]o luogotra dentro e fuori 51 e molti feriti, e d[ett]i popoli dormono incampagna.Mi sono trasferito poialla Rocca à S.Casciano dove trovai la chiesa catedrale rovinata, e ne levai la pianta p[er] considerar la spesa sìcome ancora p[er] rassettare il luogo dove abita il Podestà e latorretta dove stà l’orivuolo p[er] considerar la spesa. In q[ua]nto allecase della terra sono rovinate àsegno che non sipuò camminarp[er] le strade e nessuna diq[ue]lle case restate non si può habitarle senza resarcirle, e d[ett]i popoli dormono parte in piazza,e parte alla campagna,e dicono ne sia morti34 e cinque dicononon si sieno ancor trovati. E dalla Rocca arrivai à Portico dove trovai la chiesa catedralescop[er]ta in modo che non si puole ufizziare, econsiderai la spesa,sì come ancora il palazzo del Podestà, e la torretta dove staval’orivuolo è cascata più di mezza, etancora la fortezza del castello èmezza rovinata e bisognerà scapezzarla, et una parte di caserovinate di dentro, che hanno dibisogno di rassettare à volerlehabitare, e qui non si dorme alla campagna.Arrivai ancora à Terdozzio, dove trovai la chiesa cattedrale rovinata quasi affatto, e ne levai la piantap[er] considerar la spesa. Sì comeancora il convento delleMonache dell’Annunziata in d[ett]o luogo, ene levai la pianta. Et il palazzo del Podestà è in malissimo grado,una parete di d[ett]o palazzo sùla strada M[aest]ra che vuole sbonzolare, e si è fatta puntellare acciò non segua maggior danno,e moltissime case hanno bisogno direstaurare à volerle habitare, etè morto solo una donna in d[ett]e rovine di questo luogo. E dopo arrivai à Modigliana, dovesi è trovato la cattedrale inmaniera, che non ci è rovine, e cisi puole uffizziare, e non ci èdanno di considerazione. È ben vero che il mastio della fortezza èscoperto, et è rovinataquasi t[ut]ta la coperta,e lo hò visitato suluogo, et hò considerato la spesa,come anco altre particolarità did[ett]a fortezza. A Marradi poi hò trovato la cattedrale di q[ues]to luogo, che hanno puntellato una parte di d[ett]achiesa, che è in sù la stradaM[aest]ra, che rovinerebbe al sicuro se non l’havessero aiutata coni puntelli, sì come ancora il tetto delle navatepiccole laterali si sono lontanate in maniera che non si può far di meno di rassettarle, àvoler che si habiti d[ett]a chiesa, e considerata la spesa; sì comeancora il palazzo del Capitano ciè di bisogno resarcire una parete dell’orivuolo, et altrestanze di maniera, chebisogna restaurarle dinuovo, e molte fessure che riescanonelle prigioni di d[ett]o palazzo,e nelle case poi ciè pochissimo danno. A Palazzolo poi, stante la pioggia non ci sono arrivato; è ben veroche il sig[no]re Canc[el]liere dice esserci di bisogno di rassettare lacancelleria, et ancora alcune cose dentro il palazzo, che son dinecessità. Questo è quanto mi occorre direp[er] la visita diRomagna. È ben vero che le case del contado di t[ut]ti q[ues]ti luoghi sonot[ut]te p[er] terra. E q[ues]to è q[ua]nto occorre dire.
Um[ilissi]mo et dev[otissi]mo di V.S. Ill.ma Gio[vanni] B[attis]ta Pieratti
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