L’anno 1234 fu caratterizzato da un’intensa ondata di freddo in Italia, i cui effetti impressionarono i contemporanei, tanto da trovare ampio spazio nelle fonti documentarie coeve, in particolare nelle più importanti cronache italiane del Duecento.
Dal nord al sud della penisola, gli effetti furono più o meno gli stessi: gelate di fiumi e lagune (Po e Laguna veneta), morte di persone, animali selvatici e domestici, distruzione di raccolti e alberi da frutto.
Il fiume Po si gelò in più tratti tanto che il suo alveo poteva essere attraversato con cavalli e carri carichi di mercanzie, alla pari di quelli di molti suoi affluenti. A Reggio Emilia nella piazza comunale, si trovarono molti lupi morti congelati, mentre in Puglia a morire per il freddo e per gli stenti della fame furono migliaia di pecore, la cui perdita inferse un duro colpo alla pastorizia, motore trainante dell’economia locale in quel tempo.
Le fonti raccontano addirittura di uomini trovati morti congelati nei propri letti. Anche per l’agricoltura gli effetti furono molto distruttivi: nella Pianura Padana gelarono vigneti, ulivi, fichi e in genere ogni sorta di alberi da frutto. Inoltre, gran parte degli alberi della famosa pineta di Ravenna perirono per il gelo, analogamente a quanto è stato rilevato nell’inverno del 1985, benchè in questo caso per un fenomeno attribuito all’inquinamento industriale dell’area.
1235 aprile 17, 23 – Reggio Emilia neve e vento freddo (Salimbene)
[traduzione]
Perché le vigne furono distrutte dal gelo straordinario.
Nell’anno del Signore 1235, in un mercoledì, il tredicesimo giorno prima della fine di aprile [17 aprile] e venne una neve freddissima; e nella seguente notte venne una brina grande, che distrusse le vigne, così che furono viste secche. E il giorno ottava prima della fine di aprile [23 aprile] cadde dell’altra neve e venne la brina, cosicché le viti furono da esse distrutte del tutto (Salimbene de Adam, Cronica, ed. Giuseppe SCALIA, Corpus Christianorum. Continuatio Mediaevalis CXXV-CXXV A, Turnhout 1998-1999, p.123).