L’Italia delle frane
Il territorio nazionale per la sua conformazione orografica, geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia giovane e da rilievi in sollevamento, è quindi sempre stato interessato da fenomeni idraulici e geologici di notevole intensità.
Tra il 1279 e il 2002 il catalogo AVI (CNR-IRPI) riporta 4.521 eventi con danni di cui 2.366 relativi a frane (52,3%), 2.070 a inondazioni (45,8%) e 85 a valanghe (1,9%). Negli ultimi 50 anni le vittime causate da fenomeni alluvionali sono diminuite (una media di 31 vittime l’anno), sono però aumentati con crescita esponenziale, i costi economici a questi associati (fonte: annuario APAT, 2006).
Solo nel XX secolo sono stati registrati oltre 10.000 morti, feriti e dispersi; 350.000 persone senza tetto e sfollati; inoltre migliaia di case, decine di migliaia di ponti e centinaia di chilometri di strade e ferrovie distrutte o danneggiate.
Eventi quali quelli della Val Pola, nella regione Lombardia (28 luglio, 1987) con 28 vittime, l’alluvione del Piemonte (settembre 1994) con 69 vittime, l’alluvione e le frane in Versilia (giugno 1996) con 14 vittime, le frane in Campania (maggio 1998) con 160 vittime, l’alluvione di Soverato (2000) con 13 vittime, quella in Val d’Aosta e Piemonte (novembre 2000), ed i fenomeni del 2003 in varie aree del Paese, rappresentano soltanto gli episodi più recenti di una situazione generale di incompatibilità tra le politiche di sviluppo del territorio fino ad oggi adottate e le dinamiche proprie dell’ambiente naturale, di cui non si tiene conto.
Recenti studi evidenziano che nel solo decennio 1991-2001 in Italia si sono accaduti 12mila frane e oltre mille piene. Solo nel 2003 i principali eventi alluvionali hanno coinvolto più di 300 mila persone e le risorse economiche necessarie al ripristino delle aree colpite sono state pari a 2.184 milioni di euro.