Senza illusioni
Non vogliamo allarmismi
Questo titolo SENZA ILLUSIONI poteva essere quello della giornata di Studio del 12 dicembre 2011, organizzata a Roma dal Centro EEDIS, nella prestigiosa sede storica dell’Accademia di San Luca, a due passi dalla fontana di Trevi. La giornata atmosferica è stata fedele al tema: nella mattina un potente acquazzone ha mandato in tilt i trasporti di Roma, dando una pallida idea di quello che succede quando non si è pronti a sopportare eventi climatici, ben lontani dall’essere estremi!
All’insegna quindi della nostra debolezza di sistema, per così dire, hanno preso la parola oltre venti specialisti presentando uno spaccato inedito della storia d’Italia dal punto di vista dei disastri di origine naturale, e dei problemi connessi. Terremoti, frane, alluvioni, eruzioni vulcaniche hanno segnato la vita del Paese appena unificato, come d’altra parte era già successo nei secoli precedenti, negli antichi stati italiani, e come – non facciamoci illusioni – continuerà a succedere nei prossimi anni e secoli. Senza allarmismi, ma con le idee chiare, si è aperta una riflessione a più risvolti. Perché la scienza non riesca a comunicare correttamente e con convincimento i rischi che stiamo correndo, la cui conoscenza è invece alla base di ogni strategia di difesa? Perché rendere responsabile chi abita nelle aree a rischio sembra così difficile, come se si trattasse di bambini da rassicurare, anziché di adulti da responsabilizzare? Perché i beni culturali, la nostra ricchezza italiana, continuano ad essere erosi dai terremoti e da altri eventi distruttivi? La verità è che l’Italia, paese sviluppato e industrializzato, non è ancora riuscita a dare una risposta condivisa e di lungo periodo al problema dei disastri, ossia a formare una cultura della sicurezza, per la quale non sono sufficienti le conoscenze scientifiche e tecniche. Cosa possiamo fare fra i due poli portanti del problema, istituzioni e decisioni individuali?
Da questo incontro, ricco di dati e di riflessioni multidisciplinari, volto a un pubblico non specialistico, si farà nel corso del 2012 un libro, una sorta di manuale di sopravvivenza per il futuro, in cui la memoria storica e la consapevolezza dei danni subiti saranno la base da cui trarre gli orientamenti.