Pericolo sismico e valutazione del rischio
Sono adeguate le mappe del rischio sismico? Perché si parla di sottostima?
L’opinione critica di Max Wyss, Direttore del World Agency for Planetary Monitoring and Earthquake Risk Reduction1
I danni che un terremoto può causare sono valutati oggi con due parametri: la pericolosità che prende in considerazione la probabilità che un evento sismico di magnitudo superiore a una soglia prestabilita possa verificarsi in una determinata regione e in un determinato periodo; la stima della pericolosità è basata sulla precedente attività sismica nota per la regione (sismicità storica e strumentale) e sulla sua struttura geologica; il rischio sismico prende in considerazione il danno e le perdite che deriverebbero dalla pericolosità sismica. La comunità scientifica mondiale sta rivedendo i propri criteri per valutare la pericolosità sismica del mondo. Infatti i terremoti degli ultimi anni non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo, hanno colto impreparata la comunità scientifica.
Il calcolo della pericolosità sismica di un determinato sito è basato su questi presupposti: esistenza di sorgenti sismiche intorno al sito e capacità di ognuna di queste sorgenti di generare un terremoto di magnitudo massima stimata, probabilità del verificarsi di grandi terremoti estrapolata dalla attività sismica minore registrata. In altre parole, ogni 10 terremoti di magnitudo M un terremoto di magnitudo M + 1, che significa che la probabilità di un forte terremoto è proporzionale al numero dei piccoli terremoti locali.
Questa valutazione probabilistica della pericolosità è comunicata mediante mappe nelle quali la diversa probabile pericolosità è rappresentata con vari colori da nero, rosso, arancione a verde e al blu, come è il caso della mappa della pericolosità sismica mondiale generata dal Global Seismic Hazard Assessment Program (GSHAP, www.seismo.ethz.ch/static/GSHAP).
Il progetto Global Earthquake Mode (GEM, www.globalquakemodel.org) sta lavorando ad una nuova mappa ma sempre su base probabilistica.
I crolli degli edifici e non i terremoti uccidono
Solo negli ultimi decenni sono state introdotte nei diversi paesi normative sulle caratteristiche e sulle modalità di costruzione degli edifici, ma molti degli edifici sono stati costruiti prima della introduzione di queste norme. Peraltro le mappe di rischio sono spesso basate solo su valutazioni esperte invece che su analisi quantitative.
Inadeguatezza della mappa della pericolosità sismica mondiale
La mappa che applicano questo metodo, come quelle italiane, per calcolare la pericolosità sismica determinano una sottostima del rischio, togliendo forza alle motivazioni per l’applicazione e la redazione di norme per attenuare i danni prodotti dai terremoti. Essendo basate solo sulla pericolosità e non sul rischio, queste mappe non sono utilizzabili per decidere dove allocare le risorse, sempre limitate, per mitigare il rischio sismico. Le mappe della pericolosità sono utilizzabili solo nel caso di progetti di grandi opere, come è il caso delle grandi dighe.
Nel caso di progetti di grandi opere la pericolosità viene valutata con grande dettaglio e con specifici studi che si avvalgono anche di reti di sismografi appositamente realizzate. Ma la pericolosità per molti centri abitati non è valutata con lo stesso dettaglio.
Se le grandi opere meritano questo livello di precauzione perché lo stesso non vale per i centri abitati?
Obiettivo: migliorare la valutazione del rischio
Sarebbe necessario stimare la pericolosità e il rischio sismico in modo che queste valutazioni siano utilizzabili nella attività di prevenzione; questo è un problema complesso e molto dibattuto. Due volumi recenti della rivista Pure and Applied Geophysics sono interamente dedicati ad articoli che criticano la procedura standard di valutazione della pericolosità. Correggere i difetti non è facile in quanto in alcuni paesi la metodologia standard è adottata dalla legge.
Le stime del rischio sismico dovrebbero essere spiegate in modo comprensibile alla popolazione e dovrebbero essere formulate in modo tale da poter essere utilizzate correttamente dai decisori politici.
Per conseguire questo obiettivo, sismologi e ingegneri dovranno percorrere una lunga strada. Dovranno stabilire come calcolare meglio il rischio sismico per la popolazione, che deve essere calcolato in modo che i governi e gli amministratori pubblici possano decidere con cognizione di causa dove sia necessario intervenire per mitigare i danni. I dati per conseguire questo obiettivo sono attualmente inadeguati.
Questo è il momento nel quale la sismologia deve fare un passo avanti e innovarsi, non rimanere ingessata in vecchie concezioni o peggio, a difendere solo le sue posizioni.
Pubblichiamo la sintesi di un lungo articolo di M. Wyss, pubblicato sulla rivista Earth, giugno 2012, intitolato: Better Warnings for the Consequences of Earthquakes. Bringing seismic hazard and risk assessment to policy ↩