Resilienza
La lunga strada per sviluppare resilienza
Tre domande a Fulvio Toseroni Istituto Italiano per la Resilienza 1
In Italia, a Spoleto, esiste un centro che si occupa di applicare il concetto di resilienza nella vita civile. Il progetto Sistema Protezione Civile è iniziato nel 2008.
Per iniziare fu aperta la rivista tecnica telematica Sistema Protezione Civile (www.sistemaprotezionecivile.it) primo giornale web di settore incentrato sul concetto di Resilienza. Nel 2011, è divenuto attivo il Centro Studi Sistema Protezione Civile – Istituto Italiano di Resilienza (www.istitutoitalianoresilienza.it). Oggi, a un anno dalla sua fondazione, abbiamo rivolto tre domande a Fulvio Toseroni, 2 fondatore e presidente di questo centro.
Resilienza è un concetto che viene dalla metallurgia ed è adottato anche in psichiatria e in psicologia. Dal punto di vista di un tecnico di protezione civile, che significato ha?
Il termine Resilienza è stato adottato in protezione civile a partire dal 2009, ad opera dell’ United Nations – International Strategy for Disaster Reduction (UN-ISDR) che l’ha definita “ l’abilità di un sistema, comunità o della società esposta ai rischi di resistere, assorbire, adattarsi e recuperare di fronte agli effetti di un pericolo in modo tempestivo ed efficiente, anche attraverso la salvaguardia delle funzioni e strutture di base essenziali.”
La resilienza è un antico termine, oggi utilizzato nel mondo della protezione civile con un’ulteriore declinazione del suo significato. La moderna resilienza unisce gli elementi tipici del Proteggere (pro-tegere = coprire) afferenti alla protezione civile, con quelli del Difendere (de-fendere = spingere, allontanare, pressare) propri della difesa civile, portando a una nuova e più completa concezione della riduzione del rischio (Disaster Risk Reduction – DRR) e della gestione dell’emergenza.
Nella cultura anglosassone il termine resilience è stato inizialmente definito come la capacità positiva di un sistema o società di adattarsi alle conseguenze di un errore irreversibile causato da un’interruzione d’energia, fuoco, bomba o evento simile. Successivamente integrato con la definizione: “Un movimento nascente tra soggetti, come le imprese, le comunità ed i governi per migliorare la loro capacità di reagire e recuperare rapidamente di fronte a eventi catastrofici come disastri naturali e attacchi terroristici.”
In Italia, utilizzando termini e concetti riferiti all’ambito della sicurezza e della protezione civile, l’Istituto Italiano di Resilienza utilizza la seguente definizione: “Capacità di un sistema di impedire o ritardare il passaggio da uno stato di crisi ad uno emergenziale, assorbendo un fattore perturbante e invasivo, esterno o interno, previsto o imprevisto, reagendo e modellando la risposta della propria struttura, allo scopo di superare l’evento avverso, ristabilendo un nuovo equilibrio nel sistema”.
In Italia questa strategia è applicata? e in quali contesti?
Il nostro Paese è indietro rispetto all’applicazione di questa nuovo orientamento e conseguente modalità operativa. In determinati ambienti (pochi a dir vero) e per alcuni tecnici di lunga esperienza vi è consapevolezza dei concetti di resilienza, ma si fatica ad introdurla nel nostro Paese.
Nel 2010 l’ISDR (International Decade for Natural Disaster Reduction) ha lanciato a livello globale la campagna “Making Cities resilient” (fare città resilienti) con lo scopo di promuovere lo sviluppo di città resilienti in grado di “resistere” a eventi calamitosi. In Italia la campagna è stata recepita a partire dal 2011 e l’8 marzo dello stesso anno, con una cerimonia tenutasi a Roma, in Campidoglio, le prime importanti città italiane hanno aderito all’iniziativa ( Roma, Firenze, Venezia..).
Cosa cambia in un “dopo terremoto” l’approccio alla resilienza?
Se analizziamo alcuni terremoti avvenuti negli ultimi anni in diverse parti del mondo ci si accorge che, al di là delle caratteristiche fisiche dell’evento, è stata la risposta umana a fare la differenza. Là dove il sisma si è abbattuto su una società più sicura (noi oggi diremmo resiliente), le conseguenze in termini di danni subiti e tempi di ripresa sono stati largamente inferiori. Ma c’è molto lavoro da fare.
Centro Studi Sistema Protezione Civile – Istituto Italiano di Resilienza
Via interna delle mura, 5 – 06049 Spoleto -Pg Italia
www.istitutoitalianoresilienza.it – info@istitutoitalianoresilienza.it
tel. +39 3283576259 ↩TOSERONI F., Dal concetto di Rischio alla Resilienza: Praesidium, la pianificazione d’emergenza nelle aree montane. Il metodo Augustus applicato alle realtà montane, 2010. ↩